Il Borgo
Denominazione: Plebs S. Iaunarii de Asilattia
Località: San Gennaro
Data della prima documentazione della Pieve: anno 980
Storia e architettura
Le
chiese della piana lucchese situate a capo di circoscrizioni
ecclesiastiche ampie vennero generalmente riedificate sulla struttura di
edifici precedenti. Anche San Gennaro fu ricostruita nel corso del XII
secolo sulla precedente struttura e la sua posizione geograficamente
strategica, al confine tra la piana di Lucca e la Valdinievole,
favorirono la formazione, nel corso del Medioevo, di un borgo intorno
all'edificio.
La Pieve di San Gennaro fu fondata
probabilmente nel periodo di San Frediano (VI sec.) anche se la prima
documentazione risale al 980. Un tempo la popolazione si divideva nelle
comunità di Castello e Borgo.
L'attuale Pieve, dopo i lavori di ricostruzione iniziati nel XI, raggiunse nel XIII un'armonia d'insieme veramente eccezionale.
Dotata
di tre navate, di tre absidi e di una facciata di tipo spiovente, serba
all'esterno del settore nord, nell'unica abside superstite e nei
capitelli della navata sinistra, elementi decorativi che richiamano al
primo periodo della sua edificazione. Appartengono invece alla seconda
fase i capitelli della navata destra.
Nel XVII sec. l'abside
centrale e quella del lato sud vennero distrutte e sostituite da
costruzioni di forma diversa. Anche la facciata subì nel tempo
trasformazioni notevoli come la perdita delle decorazione dei due
spioventi e la sostituzione di quelle del settore mediano.
Il pulpito
del 1162, firmato dal Maestro Filippo e conservato intatto ai limiti
del presbiterio, è uno dei più significativi esempi di arte romanica
presenti alla periferia della città. Anticamente era collocato a fianco
dell'altare ed era sostenuto da quattro colonne.
Il campanile che sorge isolato a nord dell'edificio venne invece costruito solo nel 1840, come attesta l'iscrizione murata.
Opere d'arte
Tra
gli arredi interni sono degni di nota la tavola raffigurante la Madonna
col Bambino di Vincenzo Frediani e Raniero di Leonardo (1507) e un
dipinto della Madonna di San Tofanelli.
Merita però una particolare segnalazione la statua in terracotta raffigurante un angelo, alta un metro e venti circa, della quale il professor Petretti dell'Università di Los Angeles ha attribuito la paternità al maggiore esponente del rinascimento italiano: Leonardo da Vinci. Secondo gli studi dell'illustre accademico sarebbe stata realizzata in età giovanile dal grande Leonardo intorno al 1470, nella Bottega del Verrocchio. Documenti d'archivio dicono che, danneggiata involontariamente con una scala da un sagrestano, nel 1773 avrebbe subito un piccolo restauro.